mercoledì 30 luglio 2008

Menstruating She-Zombies from Outer Space

Questa pellicola del 1966, purtroppo ormai scomparsa dai circuiti ufficiali di distribuzione, si inserisce a pieno titolo nel filone gore, inaugurato 3 anni prima dal celeberrimo “Blood Feast” di H.G. Lewis, come uno dei film più bizzarri mai realizzati nella storia del cinema horror.
Sinossi: in seguito all’atterraggio di un oggetto volante dalla forma semisferica nei pressi di Baltimora, le donne della città si trasformano in zombi sanguinari che si nutrono di carne cruda e cominciano a uccidere gli abitanti maschi (cani compresi) nelle maniere più efferate. Nemmeno l’intervento dei militari riuscirà a fermare la loro furia, fino all’ultima, truculentissima orgia di sangue, per un finale di quelli che non si dimenticano.
Rod Chiosco, regista allora al suo primo film e poi indimenticato autore di capolavori immortali quali “Butcher Baby” e “Slash Me Slowly”, dirige con sorprendente maestria un cast di stelle dell’epoca, dando il meglio di sé nelle scene di violenza domestica, dove la tranquillità borghese da villetta a schiera viene sconvolta da allucinate esplosioni di ferocia femminile, sempre preannunciate e cadenzate da copiose fuoriuscite di sangue mestruale. Da antologia la sequenza in cui il personaggio interpretato dall’ex-playgirl Bunny Deveraux soffoca il marito con un tampax, mentre la marcia delle implacabili donne-zombi con le gambe lorde di sangue alla fine del film è un’immagine che ormai è entrata nella storia del cinema di genere.
L’oggetto volante è citato da Trey Parker all’interno di “South Park: Bigger, Longer and Uncut”, quando Stan trova finalmente il clitoride.
In conclusione, un film per stomaci forti, ma decisamente imperdibile. Da recuperare.

Nell’immagine, la citazione di Trey Parker esemplifica il difficile rapporto fra le donne e gli autori di cartoni animati e film horror

lunedì 28 luglio 2008

MinCulPop

“…dannata internet/Col motore di ricerca puoi arrivare dappertutto/Anche dove non volevi”.

Le immortali parole di Elio e le Storie Tese (Gargaroz) mi servono come ideale introduzione per segnalare una cosa straordinariamente orribile che ho trovato curiosando su Toonopedia, la Chick Publications.
Questa casa editrice, che adesso pubblica molta roba on-line, esiste, a quanto sembra, fin dal 1961, cioè lo stesso anno in cui fu pubblicato Fantastic Four #1 (!!!).
Si tratta di fumetti che propagandano idee farneticanti e fondamentaliste di matrice cristiano-protestante, al cui confronto la Santa Inquisizione sembra un circolo di ricamo. Sono tavole piene zeppe di didascalie, in antitesi a tutti i principi dello story-telling, con disegni appena accettabili: ma del resto agli autori non interessa il linguaggio, ma soltanto la persuasione. E di sicuro il fumetto possiede un grado di suggestione e semplificazione molto più forte di qualunque altro mezzo espressivo.

Vi invito a leggere “I padrini” a questo indirizzo, limitandomi a riportare qui uno dei passi più brillanti:

“I Gesuiti, sempre pronti per ogni evenienza, avevano preso queste misure precauzionali nel caso avessero perso la seconda Guerra Mondiale:
1. Assicurarsi che tutti quanti credessero che il Vaticano non avesse avuto niente a che fare con la guerra e, con il tempo, convincere il mondo che l’Olocausto non fosse mai esistito.
[…]
5. Eleggere un Papa comunista da dietro la Cortina di Ferro… per accontentare i comunisti e convertirli al cattolicesimo…”

Secondo Jack T. Chick, fac-totum di questa casa editrice, esiste da secoli un grande complotto orchestrato dalla Chiesa di Roma (“The Great Whore”), nel quale sarebbero coinvolti il nazismo, il comunismo, gli ebrei, i massoni e il KKK… Anche Fidel Castro sarebbe soltanto un agente dei Gesuiti.
Tralascio, per brevità, di riportare il pensiero di questo neo-illuminista su argomenti quali evoluzione, aborto ed omosessualità.

Puro delirio, insomma, che qualcuno potrebbe trovare anche divertente, come ad esempio Robert Crumb, che è noto per essere un fan di questa robaccia.
Leggete e giudicate voi stessi: per quello che riguarda me, la parola “censura” ha assunto un nuovo e intrigante fascino.

“It makes me despair about America that there are so many people who read these things” (Art Spiegelman)


Nell’immagine, Paparatzi si interroga, ma sotto sotto approva

martedì 22 luglio 2008

103.3 megacicli

L’automobilismo è la mia vita. Il metallo rovente, gli pneumatici spalmati sull’asfalto, l’odore pungente del gasolio… Le lunghe code in autostrada, gli inestricabili ingorghi urbani, il sole che cuoce l’abitacolo, la pioggia che vela il parabrezza… Tir sulla corsia di sorpasso, carichi dispersi, sterpaglie in fiamme, lavori in corso in galleria, SGC senza corsia d’emergenza… Brogeda, Monte Olimpino, Gravellona Toce.
Pratico l’automobilismo di resistenza, senza riflettori, senza tifosi, senza competizioni, se non contro me stesso e contro la strada: dissestata, ghiacciata, allagata, intasata, fangosa, tortuosa…
Almeno due ore al giorno, nelle arterie asfaltate battute dai pendolari e dai commessi viaggiatori. Una disciplina dura, che richiede un grandissimo livello di attenzione per non perdere calma e concentrazione, che forgia i nervi nell’acciaio e allena lo spirito alle più infide avversità.

Ma la concentrazione lascia spazio anche ad altri pensieri, e sono i pensieri che si inseguono in quelle ore di corse e di attese che troveranno spazio in questo blog. Non parlerò di cose personali perché, come diceva Kaz Decan, “sono fatti miei”. Ci sarà spazio per tutto il resto, quindi non resta che controllare il livello dell’olio e la pressione delle gomme e salire a bordo: si parte!!!