Talvolta capita che i pensieri si aggroviglino in nodi inestricabili, e allora si cerca di venirne a capo con la riflessione e la scrittura, che creano un po’ di distanza e di ordine. È quello che mi è successo in questi giorni, dopo aver appreso della semilibertà concessa a Pietro Maso. La prima reazione, “di pancia”, si rifà direttamente a quel tipo di semplificazioni che ti portano a dire che «in Italia non esiste la certezza della pena», e subito penso che anche questa decisione non mi sembra giusta, equa, adeguata. Poi però, immediatamente dopo, mi chiedo se questa società sia davvero in grado di dare una risposta “giusta”, “equa” ed “adeguata” a delitti così atroci, e tento anche di convincermi della possibilità che quest’uomo possa davvero aver fatto i conti con la propria coscienza, e che quindi possa essere cambiato… In fondo, il carcere non dovrebbe avere soltanto una funzione punitiva, giusto? Ma poi mi ritornano in mente gli atti processuali e le migliaia di lettere dei fan di Maso, e devo constatare, mio malgrado, che il terreno che ha generato questa ed altre mostruosità è probabilmente ancora molto fertile. Me lo immagino già come ospite di un qualche show dell’orrore, alla ricerca di quella fama maledetta ormai perduta, ridotto soltanto ad una porzione di fast food proibito per un pubblico avido di morbosità.
Trovo un po’ di quiete grazie a Paolo Bacilieri, autore, ormai 12 anni orsono, di un albetto di 16 pagine (edito dalla defunta Phoenix e ristampato di recente da Comma 22 su inguineMAH!2008, dietro una folgorante cover sempre di Bacilieri) che racconta questa vicenda alla sua maniera, in un caleidoscopio strabordante di suggestioni ed inquietudini che però risultano molto più lucide ed efficaci di molti saggi od articoli di giornale. “The Supermaso attitude” rimane secondo me uno dei lavori migliori e più originali di Bacilieri, anche se Paolo poi sarebbe cresciuto ancora, perfezionando il tratto e la tecnica narrativa, fino a diventare uno dei pochissimi autori ad aver portato stile e personalità nello stantio panorama bonelliano.
Mi risuona nella testa anche una frase scritta da Daniele Brolli nell’introduzione:
«Il parenticidio di Pietro Maso non è interamente giustificato da motivi di interesse, vi è anche qualcosa che appartiene all’inarticolato: forse la psiche, forse il nulla…».
Ecco, il nulla. Anzi, il Nulla. Forse è proprio questa l’entità invincibile su cui tentano inutilmente di aggrovigliarsi i miei pensieri, nel patetico sforzo di contenerla.
Riferimenti: “The Supermaso attitude” di Paolo Bacilieri, Phoenix Enterprise, 1996
Nella vignetta di Bacilieri, una tardiva quanto effimera presa di coscienza
6 mesi fa
6 commenti:
Gran bel pezzo! Concordo con le tue parole... il nulla è ovunque ma non ha senso cedergli.
Fanculo al nulla e a tutti quelli che ci sguazzano!!!
Anch'io non so cosa pensare. Da una parte credo che una pena giusta sia necessaria come deterrente, ma certo che per uccidere i suoi a 20 anni deve aver proprio passato un'adolescenza terrificante e la società intera ne è in qualche modo responsabile. Qohelet.
Un paio d'anni fa le tavole originali erano esposte a Fumeti in TV... a Treviso. Hai avuto occasione di vederle?
No, magari... ma mi sarebbe piaciuto molto, ognuna di esse è un piccolo capolavoro.
Beh non so se è un caso... ma oggi Pietro Maso è uscito dal carcere.
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